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Don Giovanni Villa

Nato a Pecetto il 2 dicembre 1858, fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1881.

Rivestì la carica di Prefetto al Seminario Vescovile fino al 1884.

 

Fu viceparroco a Predosa, poi nella Cattedrale; successivamente, il 3 maggio 1890, venne nominato Vicario Parrocchiale agli Orti, e quindi parroco nella stessa sede con decreto 17 maggio 1890.

Entrò parroco in S. Alessandro nel 1900, e vi morì il 7 aprile 1922. Lo aiutò nell'esercizio del suo ministero il viceparroco Don Guglielmo Pollastri.

Li ricorda entrambi Eugenio Bavassano che, entrato in parrocchia nel 1918 a otto anni, collaborò con Don Villa da giovanissimo: in canonica con il parroco vivevano la sorella Adelaide e la nipote. Di soldi ne correvano pochi, le ristrettezze erano molte.

Per sbarcare il lunario il parroco offriva una stanzetta agli studenti, ricavandone un modesto utile. Il viceparroco occupava due stanzette al secondo piano, sull'attuale Cappella della Madonna di Lourdes.

Don Villa, a lungo sofferente di cuore, morì per un malore improvviso.

Sull' “Ordine”, giornale diocesano di cui Don Villa fu a lungo direttore, venne definito il “Pastor Bonus”; a lui fu dedicata una lapide a ricordo dell'opera generosa e disinteressata in favore della vita spirituale della comunità e dell'abbellimento della Chiesa.

 

Ci dice Ida Scazzola:

"Don Villa viveva la sua vocazione nella semplicità e nella limitatezza, che la vita di anni fa offriva. lo l'ho conosciuto da piccolina, durante la preparazione ai Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima.

Non alto, piuttosto tarchiato, un po' avanti nell'età, disponeva lui stesso le panchine nel bel mezzo della Chiesa, fra una bancata e l'altra, perché prendessimo posto, a giorni alterni, maschi e femmine. Eravamo in tanti.

Nei periodi di Avvento e Quaresima faceva freddo e la Chiesa non era riscaldata: noi eravamo imbacuccati in cappotti, berretti, sciarpe di lana.

E lui? ...Non dimenticherò mai la sua immagine di buon vecchio padre, con il suo scialletto sulle spalle, pronto ad infervorarsi nel trasmetterci le verità della fede, contenute nel Catechismo di Papa Pio X. Verità che noi mandavamo a memoria in una gara gioiosa che sovente si concludeva con un premio, oltre all'ammissione ai Sacramenti.

Un suo passatempo? Dopo il pranzo percorreva via Urbano Rattazzi fino ai giardini, tornando da via Trotti. Nel breve tragitto aveva comunque occasione di incontri sia con persone adulte che con bambini e ragazzi, ai quali rivolgeva, oltre al suo saluto paterno ed affettuoso, l'invito a trasferire i loro dialoghi e i loro giochi tra le mura di S. Alessandro, anche se la parrocchia non offriva spazi sufficienti. Ma ai ragazzi, si sa, piaceva molto la libertà assoluta della strada, allora senza pericoli, e perciò non sempre quegli inviti venivano accolti".

 

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