Parrocchia Sant'Alessandro

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Carità

Le Conferenze vincenziane parrocchiali, che avevano già iniziato il loro lento, inesorabile declino, collaborarono tuttavia ancora validamente con il parroco a favore delle opere caritative di S. Alessandro.

Alla loro attività si affiancò quella ora nota, ora riservata, del parroco, sempre molto attento alle esigenze dei suoi parrocchiani.

Ma coloro che certamente ricevettero di più da Don Canestri furono gli anziani, per i quali egli ideò e attuò l'istituzione di un gruppo nuovo nella parrocchia: quello della Terza Età.

Non si trattava in questo caso di assistenza materiale, ma di una carità ben più grande rivolta alla solitudine, all'emarginazione, alla svalutazione di chi, non essendo più parte attiva nel campo del lavoro, viene considerato inutile dalla società e, talvolta, anche di troppo.

Don Carlo stesso in "Ricordiamo insieme...", opuscolo pubblicato dal Gruppo Terza Età nella ricorrenza del decennio di fondazione, ci dice che "in parecchie occasioni, ma soprattutto contattando le famiglie per la benedizione pasquale, aveva constatato che in molte case c'erano non poche persone sole. Il loro prevalente stato d'animo era di frustrazione, malinconia, di un rifugiarsi nei ricordi, di un quasi senso di inutilità nell' operare e vivere.

Emarginati, pur potendo dare ancora molto alla società. Autentici valori sprecati; di qui il desiderio di offrire una risposta serena e positiva da parte della chiesa."

E così nacque il Gruppo nella spontaneità, saggezza, lavoro di alcuni volontari che risposero alla chiamata. Gli anziani, censiti e direttamente interpellati, fecero le loro proposte; il 27 marzo 1977 si riunirono una prima volta in parrocchia ed erano circa 70. Nel corso della primavera ci si ritrovò ancora insieme a Betania e ad Arenzano: si strinsero i primi legami di amicizia. Gli anziani chiedevano un ambiente dove incontrarsi e il parroco soddisfece alla loro richiesta. Il 10 dicembre 1977, in occasione della visita pastorale di Mons. Almici in parrocchia, fu inaugurata in via Modena, nei locali della Confraternita della Misericordia, la sede del Gruppo, rimessa a nuovo e opportunamente arredata nel giro di poche settimane. Ben presto essa risultò troppo piccola per contenere tutti gli amici anziani, e quando Mons. Canestri fu chiamato all'incarico di Vicario Generale, si stavano ultimando i lavori di ampliamento e di ristrutturazione dei locali. Quella è divenuta per molti la seconda casa, dove ci si ritrovava e ci si ritrova tra amici, dove si vuole crescere in ogni campo, religioso, umano, sociale, culturale, dove si può, se si vuole, essere ancora utili.

Al Gruppo sono convenute persone di ogni ceto sociale, di ogni fede religiosa o politica. A nessuno si chiede la carta d'identità: si esige soltanto il rispetto delle norme di una civile e morigerata convivenza.

Molte le realizzazioni nel corso degli anni: animazione della S. Messa in S. Alessandro ogni prima domenica del mese alle ore 11, turni di adorazione durante le S. Quarantore, animazione della Via Crucis in Quaresima e al Venerdì Santo, organizzazione della Messa di caseggiato durante il mese mariano nel caseggiato di via Morbelli 30.

Si ricordano poi i molti incontri di medicina, di storia, geografia, letteratura, musica, le discussioni su argomenti di attualità, le proiezioni di film e di videocassette, le gite primaverili in pullman, il pranzo di Natale in sede per i più soli (1982-1992), la merenda del Giovedì grasso, la scampagnata a conclusione dell'anno sociale in giugno, il Ferragosto a Valmadonna.

La parte più importante e valida dell' attività sta nell' assistenza alle

persone sole sotto forma di pratiche pensionistiche, assistenza per ingressi alle Case di Ricovero o in Ospedale, consulenza varia, visite agli infermi e agli amici molto anziani.

Il Gruppo è veramente una bella testimonianza che Don Carlo ha lasciato in S. Alessandro del suo ministero parrocchiale, ministero di uno che ha molto amato il suo gregge, che, come dice lui stesso, "ha sbagliato parecchie cose per timidezza, stanchezza, disattenzione, ma che ha avuto in ogni celebrazione "antelucana" delle ore 7 un pensiero d'amore per ogni parrocchiano, a qualunque sponda appartenga."

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